Carciofo, carcioffola o artichoke – scopriamo insieme il carciofo

Cynara: dalla ninfa al vegetale
Se ci chiedessero a cosa pensiamo quando ci parlano di cucina greca, nel seguente ordine, penseremmo a: una pita gyros, all’olio, al vino, al miele e alle noci. Ma un altro prodotto, piuttosto classico, nella storia della gastronomia greca è il carciofo. Il carciofo, infatti, è un prodotto mediorentiale. Ovviamente, il nome scientifico del carciofo, Cynara scolymus, deriva proprio dal greco e non può mancare il mito sulla sua origine.

Protagonista del nostro mito è Cynara, ninfa dalla bellezza eterea, orgogliosa ma dal cuore nobile, e con gli occhi verdi accompagnati da sfumature violacee. Cynara era corteggiata da Zeus che, ritenendo inaccettabile essere costantemente rifiutato dalla ninfa, decise di punirla. Cynara fu così trasformata in un vegetale che fosse verde e duro all’esterno, a rappresentare il suo orgoglio, e violaceo e morbido all’interno, come il suo cuore.

 

Non solo Grecia

Come abbiamo già detto, il carciofo è un vegetale mediorientale appartenente alla famiglia delle asteracae. Ci sono testimonianze della sua presenza anche in Egitto, ma la sua diffusione sulla nostra penisola è dovuta agli etruschi.

Secondo le testimonianze di Plinio il Vecchio, il carciofo era molto amato dai Romani, che prediligevano due modi per consumare il vegetale: il primo consisteva nel lessarli con acqua e vino; il secondo modo prevedeva l’uso di un’antica salsa a base di pesce, il garum, per condirli.

Everybody loves artichokes
È evidente che carciofo si fa amare facilmente. A riprova di ciò, le popolazioni arabe lo scoprirono in Sicilia e se ne innamorarono: lo denominarono karshuf e lo portarono in Spagna.

Successivamente, da Napoli fu esportato e introdotto in Toscana, conquistando il palato della casata De’ Medici, al punto che Caterina De’ Medici lo fece introdurre in Francia quando si sposò con Enrico II di Francia.

A oggi, il carciofo imbandisce le nostre tavolate pasquali e non solo. Spostandoci oltreoceano, sulla West Coast, troveremo la città di Castroville, in California: il carciofo lì è così amato che gli è stato dedicato un festival con annesso concorso di bellezza, Queen of Artichoke (=Regina del Carciofo), vinto anche da un’allora sconosciuta Marilyn Monroe!

A oggi, invece, il carciofo è uno dei protagonisti indiscussi delle tavolate pasquali e della primavera in generale. Tra il mese di aprile e quello di maggio, a Gromola, un borgo di Capaccio Paestum, si tiene la sagra del Carciofo: il carciofo viene presentato cucinato in svariati modi.

Il carciofo in Italia
Al mondo esistono più di ventiduemila specie di carciofo, ma facciamo un passo indietro e torniamo in Italia. Il nostro paese produce all’incirca cinquecentomila tonnellate di carciofo ogni anno, con produzioni concentrate soprattutto in Puglia, Sardegna, Sicilia e Campania e costituisce un elemento piuttosto rilevante nella dieta del mezzogiorno. Esistono, inoltre, numerose qualità, tra presidi slow food, DOP, DOCG e IGP: violetto di Castellammare di Stabia, carciofo di Pertosa, di Perinaldo, spinoso di Menfi, violetto di Sant’Erasmo, tondo di Paestum, violetto di Sicilia, spinoso di Sardegna, romanesco (o di Lasidpoli), violetto di Toscana.

Il carciofo IGP di Capaccio Paestum – perché lo amiamo?
La coltivazione intensiva di questo vegetale risale al 1800, ma la nostra intenzione è quella di soffermarci sul carciofo IGP di Paestum, noto come tondo di Paestum e coltivato nella Piana del Sele, che si presenta compatto e non presenta spine.

La sua storia è relativamente giovane e risale alla prima metà del ‘900: tra il 1929 e il 1930 furono eseguite le bonifiche nell’area di Paestum, riqualificando il terreno che diventò agrario. Successivamente alla riqualificazione dell’area, i napoletani esportarono il carciofo di Castellammare di Stabia nella Piana del Sele per coltivarlo. Il clima presente in questa zona ha favorito lo svilupparsi di un’ulteriore qualità di carciofo, il tondo di Paestum, che matura prima rispetto alle altre qualità presenti sul mercato, oltre a risultare più morbido.

I benefici
Diamo un breve sguardo ad alcuni dei benefici più importanti che derivano dalla presenza dei carciofi nella nostra alimentazione.

I carciofi favoriscono un notevole apporto di fibre e sali minerali, ottimo per i periodi più caldi in cui si ha bisogno di sali minerali. Abbassano anche il colesterolo, sono diuretici, e hanno anche una funzione antinfiammatoria. Favoriscono la corretta regolazione dell’apparato cardiocircolatorio e della glicemia, rappresentando una scelta vincente per l’alimentazione delle persone affette da diabete. Favoriscono anche la purificazione del fegato, contribuendo all’eliminazione delle tossine e contrasta l’anemia.

Ulteriore beneficio, piuttosto interessante è quello di ravvivare il colorito della pelle e di tonificarla se usato come maschera facciale:

  • Rimuovere foglie esterne del carciofo
  • Frullare con del succo di limone
  • Applicare sul viso e tenere in posa per venti minuti
  • Risciacquare il viso

Vi lasciamo con Pablo Neruda, che scrisse del carciofo:

Il carciofo dal tenero cuore si vestiva guerriero,

Ispida edificò una piccola cupola,

Si mantenne all’asciutto sotto le sue squame.