In una lontana estate risalente ai primi anni 2000, i miei genitori e io trascorremmo alcune settimane a Capaccio Paestum, alloggiando nella casa di villeggiatura di un nostro contano parente che viveva all’estero – è vivo ed è tuttora ubicato fuori dall’Italia.

Avevo a malapena sei anni e le mie giornate si dividevano tra spiaggia, fumetti, playstation e film di animazione. Il mio preferito era Anastasia – prodotto dalla Fox e incentrato sull’omonima principessa russa alla ricerca della sua vera identità – ma non disdegnavo il sequel semi-sconosciuto de Il libro della Giungla, né Il Pianeta del Tesoro – rivisitazione in chiave fantasy del racconto L’Isola del Tesoro, di Robert Louis Stevenson. Avevo stretto anche qualche amicizia, di cui non ricordo nessun nome: è risaputo che a sei anni chiunque non ti urli contro o faccia arrabbiare è automaticamente un tuo amico.

Trascorrevamo le nostre serate a casa, passeggiando per i templi o andando a mangiare qualcosa in centro o al caseificio.

Di quel soggiorno a Capaccio Paestum ricordo vividamente tre cose:

  • La mia prima crêpes (Paestum is the new Paris?);
  • Di aver ripetutamente chiamato Grissina mia cugina più grande perché non ero in grado di pronunciare correttamente il suo nome – che non è un nome complicato, in quanto si chiama Cristina;
  • Il modo assurdo in cui ero affascinata dalla storia della Tomba del Tuffatore.

Perché la Tomba del Tuffatore è così famosa?
La misteriosa Tomba del Tuffatore è una pietra miliare dell’arte funeraria della Magna Grecia ed è uno dei simboli culturali di Capaccio Paestum subito dopo i celebri templi.

Perché tanto scalpore per una lastra raffigurante un uomo che si tuffa? La risposta è nei dettagli. Stiamo parlando di un dettaglio che non è per nulla insignificante o trascurabile: la lastra è a colori! Un oggetto tanto antico che ci è pervenuto ancora integro e la cui pittura ha reagito bene al passare degli anni non è un qualcosa di scontato. Viviamo in un’epoca in cui siamo stati abituati ad avere tutto e ad averlo subito; un’epoca, la nostra, in cui nella maggior parte dei casi, abbiamo persino le risposte senza che ne conosciamo le domande. A dirla tutta, le domande nemmeno ce le poniamo: non sappiamo di doverlo fare.

Filosofia e rappresentazioni visive
La tomba è formata da cinque lastre, ma l’oggetto della nostra curiosità è la lastra di copertura. Quando hai sei anni e tanta fantasia, non puoi non provare curiosità per qualcosa con un tale significato. Sulla lastra è raffigurato il passaggio dalla vita alla morte  attraverso la rappresentazione visiva di una metafora in cui un uomo si tuffa da un trampolino. La morte – e ciò che ne consegue – hanno sempre affascinato l’essere umano, che da tempo immemore si pone interrogativi su di essa. Platone, celebre filosofo ateniese, disse: la morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l’anima e il corpo, l’una dall’altra.

Dove ammirare la tomba del tuffatore
Potete ammirare la lastra nel museo dei Parchi Archeologico di Paestum e Velia, proprio di fronte ai templi. I prezzi del biglietto variano in base alla stagionalità ed è possibile anche abbonarsi al museo. I biglietti si possono acquistare sia online che in loco.